Fino al 20 Dicembre 2023, la Galleria Fumagalli di Milano ospita l’ultimo capitolo del ciclo espositivo “MY30YEARS” presentando al pubblico un dialogo dal titolo “Space as Places as Stages”, in cui si uniscono artisti che hanno sempre collaborato con l’istituzione della Galleria, tra cui Enrico Castellani, Jannis Kounellis e Chiara Lecca.
Spaces as Places as Stages, Galleria Fumagalli, Milano, 2023. ©LucreziaRoda. Courtesy Galleria Fumagalli
La Galleria Fumagalli è lieta di presentare al pubblico l’atto finale di un ciclo di otto mostre dedicato al carriera trentennale della storica direttrice Annamaria Maggi, ospitando i nomi storici degli artisti che sono passati per la realtà espositiva della Galleria sin dai tempi della sua fondazione. Il ciclo MY30YEARS è stato curato dallo storico dell’arte ungherese Lóránd Hegyi, il cui lavoro curatoriale si è basato sul rompere gli schemi delle categorizzazioni tradizionali per offrire una nuova rilettura inedita e originale.
Nel caso dell’ultimo capitolo Space as Places as Stages, Hegyi disegna le basi per un dialogo tra artisti di generazioni e linguaggi differenti, del calibro di Enrico Castellani, Jannis Kounellis e Chiara Lecca. La novità introdotta nell’allestimento curato per l’esposizione riguarda la concezione dell’assetto espositivo non più come uno spazio di assimilazione passiva delle immagini da parte del pubblico, bensì viene costruito come un ambiente scenografico in cui l’occhio dello spettatore diventa protagonista della scena al centro del palco.
La sorprendente ricchezza narrativa e la complessità multistrato dell’opera di Chiara Lecca incontrano la purezza formale e il rigore silenzioso dello status scultoreo dell’opera dei due maestri Enrico Castellani e Jannis Kounellis, protagonisti di un radicale ripensamento delle strategie artistiche all’inizio degli anni Sessanta e della ridefinizione del rapporto tra spazio e tempo, tra realtà materiali e immateriali, emotive e ideali.
(Dal comunicato stampa della mostra Spaces as Places as Stages)
Spaces as Places as Stages, Galleria Fumagalli, Milano, 2023. ©LucreziaRoda. Courtesy Galleria Fumagalli
La scenografia che domina lo spazio e cattura lo sguardo è l’installazione dell’artista Kounellis, con un’installazione senza titolo del 2009 in cui dei cappotti sgualciti sono appesi a una rete metallica con ganci simili a quelli nei mattatoi. L’opera è stata realizzata specificatamente per la Galleria Fumagalli, quando al tempo aveva ancora sede a Bergamo; nel linguaggio dell’installazione di Kounellis c’è una forte carica emotiva di riscoperta e lotta per la conservazione dell’identità. Nonostante quelli esposti appaiano come cappotti uguali fra loro, ci sono delle differenze minime che li rendono unici.
Nella sua carriera d’artista, Kounellis ha spesso affrontato, anche con occhio critico e distopico, il concetto della massificazione dell’Io che via via perde sempre più autonomia per adeguarsi alla piattezza della modernità. Tuttavia, l’installazione site-specific presso la Galleria Fumagalli è frutto di un’attenta e ricca ricerca simbologica, dove il cappotto diventa un archetipo del ricordo del corpo che lo ha abitato.
Il cappotto, dunque. Immagine che è immediato collegare agli incubi del secolo: cappotti muti, cappotti vuoti, i cui corpi sono stati stritolati dai totalitarismi del ‘900 (il 1975 è anche l’anno della prima rappresentazione della Classe Morta di Kantor, il cui dispositivo scenico presentava tante affinità con l’immaginario visivo di Kounellis). Sull’artista greco preme una dimensione di tragedia presente, che, come il titolo suggerisce, riguarda un collasso in atto, sociale, umano e appunto “civile”.
(Da Jannis Kounellis. I cappotti, Casa Testori, Novate Milanese, 21 Settembre – 10 Novembre 2019, testo di Giuseppe Frangi, pp. 10-11)
Spaces as Places as Stages, Galleria Fumagalli, Milano, 2023. ©LucreziaRoda. Courtesy Galleria Fumagalli
A contornare le quinte di questo teatro immaginario nel cuore della Galleria si trovano le installazioni scultoree di Chiara Lecca, artista di classe 1977. La peculiarità delle opere di Lecca sta nel creare uno spazio di sospensione, una zona grigia in cui non è facile identificare e categorizzare ciò che viene rappresentato. È un concetto che fa da binario alla curatela di Hegyi, dove l’obiettivo principale è quello di sviare il sistema espositivo dalla definizione accademica del soggetto.
Tale incontro espositivo si arricchisce di due opere di Chiara Lecca (Modigliana, 1977), la quale interpreta la trasformazione dello spazio in luogo di apparizione di soggetti emotivi e immaginari, enfatizzando certe espressioni drammatiche e surrealistiche.
(Dal comunicato stampa della mostra Spaces as Places as Stages)
Gli elementi visivi dell’opera di Lecca si caratterizzano per la ricchezza di significati coesistenti nello stesso corpo fisico, concretizzato nell’apparenza formale dell’opera. Questa presenza di multistrati contrasta con le opere di Enrico Castellani che invece si collocano all’opposto dell’aspetto della semiotica visuale.
Se Lecca presenta ricchezza narrativa, Castellani invece sublima la forma per lasciare spazio alle tracce del concetto. Quello che traspare dalle due opere esposte di Castellani in mostra per la Galleria Fumagalli sottintende il tentativo di dirigere la percezione visiva da parte del pubblico verso uno spazio virtuale, offrendo nuovi punti di vista per inserirsi nell’assetto scenografico concepito per la mostra .
S. F. C.
Enrico Castellani, Jannis Kounellis, Chiara Lecca
Spaces as Places as Stages
A cura di Lóránd Hegyi
Galleria Fumagalli, via Bonaventura Cavalieri 6, Milano
26 Ottobre – 20 Dicembre 2023
PHOTO GALLERY
Spaces as Places as Stages, Galleria Fumagalli, Milano, 2023. ©LucreziaRoda. Courtesy Galleria Fumagalli
Spaces as Places as Stages, Galleria Fumagalli, Milano, 2023. ©LucreziaRoda. Courtesy Galleria Fumagalli
Spaces as Places as Stages, Galleria Fumagalli, Milano, 2023. ©LucreziaRoda. Courtesy Galleria Fumagalli
Spaces as Places as Stages, Galleria Fumagalli, Milano, 2023. ©LucreziaRoda. Courtesy Galleria Fumagalli
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