La mostra "NYX" all'Istituto Svizzero di Milano presenta le opere delle artiste Maude Léonard-Contant e Monia Ben Hamouda, esplorando il tema della complessità del linguaggio e della memoria. L'utilizzo di materiali emotivamente connessi da parte di Léonard-Contant e il gesto radicale di Hamouda con la curcuma offrono nuove prospettive sulla comunicazione artistica. Attraverso due spazi espositivi distinti, la mostra invita gli spettatori a un viaggio riflessivo sulla natura del linguaggio e sulla sua capacità di dare voce alle esperienze umane più profonde.
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, A, 2024. Fluorite, Himalaya salt, selenite, tempered steel 5 × 29 × 40 cm | Maude Léonard-Contant, Unfathomable volumes of water, 2024. Engobe, glazed stoneware | Maude Léonard-Contant, Oh, what a flood last summer, 2024. Galvanized steel letters in various sizes, coated with healing clay, poppy petals, cattails fruits | Monia Ben Hamouda, Burial of all meanings, 2024. Steel, iron, engine, turmeric, enamel Dimensions variable
La mostra NYX all'Istituto Svizzero di Milano espone le artiste Maude Léonard-Contant e Monia Ben Hamouda; si presenta agli occhi del pubblico come un'esperienza artistica profonda e poliedrica che esplora la complessità del linguaggio e della memoria. Il titolo della mostra, così come il topos principale, prende ispirazione da Nyx, l’ombrosa dea greca della notte e del caos, e dal libro Nox di Anne Carson. Di conseguenza, partendo da diversi punti e fonti di ispirazioni, questa mostra incarna un dialogo tra le artiste che si traduce in un'esplorazione di ciò che è indefinibile.
Maude Léonard-Contant, nata in Canada e residente in Svizzera, porta nelle sue opere una connessione emotiva e tattile con i materiali. Le sue sculture, spesso basate su argilla rosa medicinale, integrano testi e materiali che evocano i suoi ricordi d'infanzia e le esperienze personali. Tra gli elementi utilizzati ci sono la lamiera d'acciaio ossidata, piume di gallo e di pavone, e sale dell'Himalaya. Questi materiali non sono scelti a caso, ma sono carichi di significato, ciascuno richiamando un frammento della sua vita. L'argilla, ad esempio, non è solo un materiale, ma una scoperta che collega Maude alla terra rosa della sua regione d'origine, conferendo alle sue opere una dimensione di cura e guarigione.
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, Oh, what a flood last summer, 2024. Galvanized steel letters in various sizes, coated with healing clay, poppy petals, cattails fruits | Monia Ben Hamouda, Burial of all meanings, 2024. Steel, iron, engine, turmeric, enamel. Dimensions variable
Monia Ben Hamouda, artista italo-tunisina, esplora i limiti del linguaggio e la difficoltà di tradurre certe emozioni e parole. Il suo nuovo lavoro per la mostra, Burial of all meanings, rappresenta un gesto radicale: abbandona le forme della calligrafia araba per giocare con la curcuma, una spezia carica di significati visivi e sensoriali. Questo lavoro riflette la lotta di Monia con la lingua e la sua ricerca di espressioni autentiche in un mondo spesso segnato da incomprensioni e pregiudizi. La curcuma, usata come materiale, non è solo un elemento decorativo, ma simboleggia anche la cura e la guarigione, richiedendo un costante intervento dell'artista per mantenere la sua vivacità durante la mostra.
La mostra si sviluppa in due spazi espositivi, ciascuno dei quali offre un'interpretazione diversa del tema centrale. Nel primo spazio, le installazioni e le sculture di Maude e Monia dialogano attraverso una contaminazione reciproca di materiali e significati. La curcuma di Monia si mescola con l'argilla rosa di Maude, creando una connessione visiva e sensoriale che espande il significato delle singole opere. Nel secondo spazio, più intimo e introspettivo, i disegni di Monia e le piccole sculture di Maude invitano lo spettatore a un'esperienza personale e riflessiva, confrontandosi con la sfida di esprimere ciò che non può essere detto a parole.
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, Oh, what a flood last summer, 2024. Galvanized steel letters in various sizes, coated with healing clay, poppy petals, cattails fruits
Maude Léonard-Contant, Unfathomable volumes of water, 2024. Engobe, glazed stoneware
Maude Léonard-Contant, A, 2024. Fluorite, Himalaya salt, selenite, tempered steel 5 × 29 × 40 cm
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, Unfathomable volumes of water, 2024. Engobe, glazed stoneware
La mostra NYX non è solo un'esplorazione artistica, ma anche un esempio di collaborazione transnazionale e interculturale. Maude Léonard-Contant e Monia Ben Hamouda, entrambe cresciute in contesti multilingue, utilizzano il linguaggio non solo come tema, ma anche come mezzo espressivo. La loro corrispondenza e il loro dialogo costante hanno dato vita a un progetto che supera le barriere linguistiche e culturali, trovando nel linguaggio visivo una forma di comunicazione universale.
Come già accennato in precedenza, il titolo della mostra, NYX, racchiude in sé il potenziale creativo della notte e del caos, un momento di rigenerazione e di rinascita. Come la dea Nyx emerge ogni sera dall'oceano, così le opere di Maude e Monia emergono dalle profondità della loro memoria e delle loro esperienze, offrendo allo spettatore un viaggio attraverso il dolore, la perdita e la guarigione. La mostra invita a riflettere sulla natura del linguaggio e sulla sua capacità di dar forma ai ricordi e alle emozioni, pur riconoscendo i suoi limiti intrinseci.
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, Unfathomable volumes of water, 2024. Engobe, glazed stoneware
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, Unfathomable volumes of water, 2024. Engobe, glazed stoneware
NYX presso l'Istituto Svizzero di Milano è dunque una sinfonia di linguaggio e materia, una celebrazione dell'arte come mezzo per esplorare l'ineffabile e per dare voce a ciò che spesso rimane celato nelle profondità dell'esperienza umana.
S. F. C.
Maude Léonard-Contant & Monia Ben Hamouda
NYX
Testo curatoriale di Gioia Dal Molin
Istituto Svizzero Milano
Via Vecchio Politecnico, 3, Milano
16 Maggio – 29 Giugno 2024
PHOTO GALLERY
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, Unfathomable volumes of water, 2024. Engobe, glazed stoneware
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, Oh, what a flood last summer, 2024. Galvanized steel letters in various sizes, coated with healing clay, poppy petals, cattails fruits
Maude Léonard-Contant, Unfathomable volumes of water, 2024. Engobe, glazed stoneware
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Monia Ben Hamouda, Burial of all meanings, 2024. Steel, iron, engine, turmeric, enamel. Dimensions variable
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Monia Ben Hamouda, Rage moving through generations, 2024. Charcoal, oil pastels, ink on ivory paper 29.7 × 21 cm
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, Giving her utmost at dressing the dead chicken, 2024. Peacock feathers, porcupine quills, rooster feathers, silk, stoneware 13 × 50 × 35 cm
Maude Léonard-Contant, Monia Ben Hamouda, NYX, installation view at Istituto Svizzero, Milano, 2024. © Giulio Boem
Maude Léonard-Contant, How the heat wilts my silks, 2024. Glazed stoneware, pleated silk organza, porcupine quills, dupion silk, silk cocoons 15 × 48 × 35 cm
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