LA CASA VIVENTE: LUIGI SERAFINI E L'ARTE CHE ABITA IL PRESENTE

L'esposizione "Una casa ontologica" di Luigi Serafini al MACRO di Roma offre un’esperienza completamente diversa rispetto alla classica percezione museale, spesso vissuta come un passivo archivio di immagini congelate nel tempo. Qui, invece, il visitatore diventa parte integrante dell’opera, riempiendo e dando vita allo spazio allestito dall'artista, architetto e designer. La mostra si presenta come una sorta di Codex Seraphinianus tridimensionale, in cui il confine tra arte e ambiente si dissolve, offrendo uno sguardo immersivo e interattivo sulla carriera di quasi quarant’anni di Serafini. Evitando il rischio di un nostalgico viaggio nel passato, Serafini trasforma il suo lavoro in un dialogo vivo, rendendo il passato un motore per il presente. L’allestimento onirico e multiforme sottolinea la capacità dell’artista di reinventarsi, coinvolgendo lo spettatore in un’esperienza sensoriale e personale.

Luigi Serafini. Una casa ontologica. Exhibition view. MACRO, 2024.

Ph. Melania Dalle Grave - DSL Studio

Spesso si percepisce l’ambiente museale come un archivio di immagini congelate nel tempo, come se si stia passeggiando in un ambiente che non ci appartiene. Nei panni del pubblico, siamo un corpo fuori posto che si intrufola nella casa di qualcuno che non ci ha invitato a entrare. Assorbiamo in modo passivo quello che ci viene messo davanti agli occhi, riprendiamo soprabiti e cappotti e ce ne andiamo senza nemmeno chiudere la porta né salutando i padroni di casa.

Nel caso di Luigi Serafini al MACRO di Roma con l’esposizione Una casa ontologica, invece, è tutto il contrario: l’allestimento, anzi l’arredamento, hanno proprio bisogno di un corpo che sia lì a riempirlo e a viverlo. L’ingrediente segreto, ecco cos’è il visitatore che entra nella sala dedicata all’architetto, artista e designer Serafini. Il comunicato stampa che annuncia la mostra lo descrive come un meta-ritratto, poiché nello spazio si disegnano sia la persona che la personalità di una mente vulcanica come quella dell’artista in questione.

Luigi Serafini. Una casa ontologica. Exhibition view. MACRO, 2024.

Ph. Melania Dalle Grave - DSL Studio

“Realizzata come un enorme Codex Seraphinianus tridimensionale, e sospesa tra una scenografia onirica dal linguaggio indecifrabile e un’opera di architettura geometrica e catalogatrice, la casa dell’artista è una testimonianza di quasi 40 anni di vita e di lavoro che oggi rischia di scomparire a causa di una condizione di sfratto che sta sensibilizzando l’opinione pubblica.” (Dal comunicato stampa)

Insomma, lo stile dell’allestimento è una sorta di interior design onirico che ripercorre le tappe fondamentali del curriculum artistico di Serafini, raccogliendo l’esperienza di quasi quarant’anni di carriera in uno spazio in cui immergersi personalmente. Il rischio, quando si pensa a monografie del genere, è quello di rinchiudere in una scatola (metaforicamente parlando) l’esperienza di un nome che è stato e che ora non è, un viaggio nel tempo malinconico verso un passato che non esiste più.

Luigi Serafini. Una casa ontologica. Exhibition view. MACRO, 2024.

Ph. Melania Dalle Grave - DSL Studio

Ovviamente, Serafini è stato assai abile a non cadere in questo tranello e ha reso interattiva e personale una mostra che altrimenti rischiava di diventare l’ennesimo esempio di Come eravamo nell’ambiente dell’arte contemporanea. Proprio come un camaleonte, Serafini ha mostrato che si può essere in grado di mettersi in discussione e reinventarsi come artisti, rendendo il passato un input per il presente e non solo un feticcio da venerare con la solita nenia che recita più o meno così: “Una volta si stava meglio, qui era tutta campagna.”

S. F. C.

Luigi Serafini

Una casa ontologica

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, via Nizza, 138

21 Marzo 2024 – 25 Agosto 2024

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